«Con Enasarco avevamo aperto una stagione di dialogo ma dopo due anni non abbiamo ricevuto ancora risposte concrete su una nostra eventuale presenza nel consiglio d'amministrazione. Adesso siamo preoccupati su quanto sta emergendo a proposito della gestione del patrimonio». Maurizio Bufi è il presidente di Anasf, l'associazione dei promotori finanziari italiani. Promotori che hanno una doppia contribuzione previdenziale obbligatoria: versano ad Enasarco, ente pensione degli agenti di commercio, e anche all'Inps. Da qui il loro malumore amplificato dalla non proprio lineare gestione del patrimonio della cassa.
Basta dunque con gli scontri frontali?
Sì, abbiamo accantonato quella strategia due anni fa dopo l'ultimo congresso Anasf. Ora vogliamo discutere. È importante che 20mila promotori finanziari iscritti all'albo possano avere voce in Enasarco. Nel cda o in altre commissioni.
Governance e sistema di rappresentanza da cambiare dunque?
Sì, è giusto che nella cassa di previdenza di agenti di commercio e promotori finanziari siano rappresentati tutti. E poi c'è l'enorme problema dei silenti?
Chi sono i silenti?
Sono coloro che hanno versato contributi obbligatori senza però raggiungere la soglia minima prevista dal regolamento della cassa. E quindi, di quei contributi, non ne possono usufruire.
Tornando alla gestione del patrimonio, cosa vi preoccupa?
Ci preoccupano soprattutto le ristrutturazioni dei prodotti finanziari in pancia ad Enasarco. Le modalità, a quanto emerge, non sono state chiarissime. Poi vorremo capire anche come andrà avanti il progetto Mercurio sulla dismissione degli immobili alla luce di un mercato non proprio eccezionale per usare un eufemismo.
Vorreste quindi avere maggiori informazioni dalla cassa?
Certamente sì. La trasparenza su conti e strategie di gestione è un elemento fondamentale.
Bilanci, verbali dei cda, delibere adottate, chi ha votato a favore e chi contro. Siete d'accordo che tali informazioni vengano inserite sul web?
Certo. Avremmo così più informazioni per valutare come vengono gestiti i nostri contributi previdenziali obbligatori.
© RIPRODUZIONE RISERVATA